Il contesto familiare a volte, viene messo a dura prova dagli eventi della quotidianità e, se la strutturazione a livello gruppale non è ben radicata, puo’ portare a conflitti che minano la qualità d’assieme della relazione, sfociando a volte anche in situazioni di drammaticità estrema.
La mancanza di visione di prospettive e soluzioni concrete, originano punti di vista e comportamenti difformi dalla generalità di un rapporto mediamente retto con equilibrio ed in modo sano che lascia ad ogni attore partecipante la percezione del senso di appartenenza, di individualità e coerenza alla relazione gruppale.
Quando la comunicazione appare impossibile tanto da farci percepire l’appartenenza a mondi diversi che si parlano con linguaggi diversi è opportuno tenere da conto che necessita trovare un punto comune di incontro: “Mediare”.
Rivolgersi allo psicologo, nella funzione di “mediatore al di sopra delle parti”, è significativo del fatto che non viene eletto a giudice ma ad attento ascoltatore professionista, capace di leggere i bisogni dei singoli che portano nel gruppo famiglia, il cui compito principale è quello di suggerire strade alternative da percorrere, per “rincontrarsi” e condividere.