Il Danno Psicologico da Maltrattamento – Abuso.
Il fenomeno di Maltrattamento e Abuso operato nei confronti dei minori, sia esso fisico che sessuale, continua ad aumentare in maniera esponenziale. L’incidenza induce a mantenere alta l’attenzione da parte degli operatori del SSN, dei Servizi Sociali e da parte del Servizio scolastico in quanto, il silenzio e l’omertà, spesso, rendono questo fenomeno un “dramma invisibile “, poco riconoscibile a prima vista.
Gli elementi che caratterizzano uno stato di malessere psicologico dovuto ad un Maltrattamento – Abuso, si evincono dal senso manifesto da parte del minore di stati di vergogna, di impaccio, di ritiro sociale ed affettivo, di aggressività, di erotizzazione e masturbazione, di regressione, di ansie e fobie e, altre forme di manifestazione di disagio che risultano evidenti o che portano ad un cambiamento nel comportamento e nelle azioni quotidiane del maltrattato – abusato. La paura insita nel maltrattamento o abuso subito, pone il minore in una condizione di diversità rispetto ai coetanei, al contesto ed in particolare nella sfera intra-familiare.
L’orco cattivo, non sempre è fuori dalla porta: a volte i maltrattamenti ed abusi avvengono proprio all’interno della famiglia o nel contesto relazionale della stessa. Per cui, tutti gli Operatori della Rete vengono chiamati in causa ed invitati ad attivarsi ed intraprendere, utilizzando ogni risorsa possibile, le azioni necessarie “educative, socio-psicologiche, mediche e giuridiche” per conoscere, proteggere, curare e prendersi cura sia dei minori in qualità di vittime che hanno subito, sia degli autori che hanno operato l’abuso e/o il maltrattamento in quanto, vittime di sè: ovvero individui malati.
Spesso, un minore che ha subito violenza, abuso e/o maltrattamenti in genere, se non ha ricevuto un supporto psicologico adeguato, atto a rielaborare il disagio psichico, da adulto, potrebbe manifestare comportamenti e mettere in atto azioni di maltrattamenti ed abusi, ritenendo tali azioni congrue alla relazione socio-affettiva. L’affermazione non deve essere considerata “pregiudizievole” ma deve essere vista come un campanello d’allerta e quindi come funzione “preventiva”.